Come al solito oggi vado alla caffetteria dell'università per prendere un panino. Dopo aver chiesto il panino, la signora della caffetteria mi chiede "De donde eres?" e io le rispondo "Soy de Italia". Da qui in poi la conversazione diventa in italiano. "Di che parte?" mi domanda. "Di Roma". "Che zona?" "Piazza Bologna." "Ho riconosciuto il tuo accento. Ho vissuto per sei anni a Roma, ai Parioli, Villaggio Azzurro, andando verso Ostia." "Sei in Erasmus. Per quanto rimani a Barcellona?". "Fino alla fine di Marzo".
Cazzo. Ho scoperto di avere un accento romano. Ero convinto di non averlo. Quando ho chiesto un panino alla signora in spagnolo, lei ha riconosciuto subito il mio accento romano. Ho sempre pensato di non avere questo accento perchè alcuni dicono che non parlo bene l'italiano. Se ho questo accento romano, vuol dire che sono italiano al cento per cento. Il punto è che quando parli una lingua che non è la tua, conserverai sempre l'accento del luogo da cui vieni. Da notare Alberto Sordi che in Un americano a Roma cerca di parlare un inglese americano, ma si nota il suo accento romano. La questione dell'accento vale anche nell'italiano. Facendo questa estate l'animatore, anche se per breve periodo, ho imparato a riconoscere gli accenti del clienti del villaggio che venivano da tutte le regioni d'Italia. Comunque, anche se parli bene una lingua straniera, conserverai sempre il tuo accento originario. Per spiegarvi questo, vi racconto questa cosa. La moglie del defunto ingegner Vasetti, nonostante viva da anni in Italia, ha conservato quel tipico accento inglese, per essere più precisi, un accento britannico. Ci sono delle rare eccezioni. Se avete letto il mio post precedente, c'è questo catalano che parla un italiano perfetto e non si sente neanche il suo accento catalano, ma lo parla perfino con un accento toscano.
A proposito di accento, vi voglio raccontare che cosa mi è successo ieri sera. Prima che me ne andassi in camera mia, il giapponese mi ha regalato un libro in inglese, Il codice da Vinci di Dan Brown. Allora, per ringraziarlo gli dico "arigatou gozaimasu" e lui si mette a ridere. Si vede che era divertente il modo in cui l'avevo detto. Comunque sia, è molto gentile il giapponese per avermi fatto un regalo. Dovrò fargli anch'io un regalo poichè una gentilezza si ricambia.
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